Iva Berasi - articoli, lettere e interviste dalla stampa | |||||
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Trento, 13 novembre 2007 «Non chiediamo certo una riserva-Panda. Vogliamo solo che tutti abbiano le stesse opportunità». È battagliera l'assessore provinciale Iva Berasi, che ieri si è fatta portavoce della decisa richiesta di tutte le associazioni femminili del Trentino. Da destra a sinistra, una quindicina di rappresentanti hanno invocato con un documento la modifica della legge elettorale, con il disegno di legge 229 che fissa in due terzi il massimo di rappresentanza per i due generi. «È inutile dire da chi sarà rappresentata la parte maggiore - ironizza la Berasi - Però è necessario che il mondo femminile ottenga un terzo di rappresentanti». Attorno al lungo tavolo della provincia uno spaccato concreto del mondo femminile trentino. Da Azzurro donna ad Arcilesbica, dalla Casa della giovane all'Associazione donne elettrici, passando per il Coordinamento donne Trento, le Acli, la Fidapa, il Gruppo donne Rendena, la Voce delle donne di Cavalese, Mafalda, Slow-sport, Lente ma contente, Soroptimist, Tagesmutter, Coordinamento donne pensionate Spi Cgil e, ovviamente, la commissione Pari opportunità. La vicepresidente è Isa Cubello: «Il 5 ottobre abbiamo portato le nostre richieste al presidente Dellai che, dopo aver specificato che il disegno di legge 229 è frutto di una mediazione politica all'interno della maggioranza e che è stato presentato in modo da evitare che la norma fosse affossata, ha dato segnali precisi. Si è detto anche disponibile a valutare un eventuale emendamento che garantisca una reale presenza del 33% di candidate nelle liste elettorali». E questo è solo l'inizio. L'obiettivo finale a cui tutte aspirano è quello del 50%. A tale scopo è stato realizzato l'opuscolo «50 e 50» in cui si sensibilizza attorno alla questione. E vengono snocciolati dati. Nessuna donna è diventata presidente della Repubblica (undici gli uomini); c'è un'unica rappresentante fra i primi ministri dell'Unione europea (ventisei gli uomini); due sono le presidenti di regione (venti gli uomini). A livello locale sono tre le elette in consiglio provinciale. Se diamo uno sguardo ai comuni, le consigliere sono 603, ossia il 26% del totale. Quindi al di sotto dell'auspicato 33%. Di qui un ammonimento. «Per le elezioni del 2008 - riprende Berasi - sarebbe opportuno codificare dal punto di vista legislativo questa uguaglianza. Altrimenti si potrebbe valutare anche l'ipotesi di ricorrere alla Corte costituzionale. Ci sarebbe anche il rischio di invalidare le elezioni per, appunto, incostituzionalità per contrasto con gli articoli 51 e 117». Pieno appoggio è stato assicurato da tutte le rappresentanti. Claudia Povoli di Azzurro Donna ha posto l'attenzione sulla necessità di una precisa volontà politica, mentre Delia Valenti, presidentessa del Coordinamento donne Trento ha evidenziato come quello attuale sia «un momento storico favorevole per dare un segnale concreto di partecipazione democratica». E a chi avanza la solita questione del fatto che le donne, pur essendo il 52% del corpo elettorale, alla fine non votano le loro rappresentanti, risponde Cristina Bertotti dell'Associazione donne elettrici: «Se c'è un'unica rappresentante è difficile che venga votata. Se si ha la possibilità di avere un'ampia scelta, le cose potrebbero essere diverse». In tema di pari opportunità è stato bandito il concorso «Uguali ma diversi»: possono partecipare studenti e studentesse dell'ultimo triennio delle scuole medie superiori e istituti di formazione, con propri elaborati.
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IVA BERASI |
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